
Essere un’agenzia creativa: i retroscena di web agency fiorentina
No, essere a Firenze ed essere creativi non è un binomio inattaccabile, anche se, ammettiamolo, alcuni fiorentini ci credono davvero.
Tuttavia quando non siamo posseduti dallo spirito dantesco, anche noi ci poniamo la domanda “cosa significa essere creativi oggi”. E per quanto possa sembrare, a primo avviso, un po’ banale, non è una considerazione così da poco.
Pensiamoci bene, siamo costantemente sacrificati sull’altare della seo, lead, numero di impression… e alle volte dimentichiamo che una campagna memorabile riesce a travolgere la valutazione di questi dati (che sono importantissimi, lo sappiamo bene) perché esplora quell’ispirazionale che permette di uscire dall’impasse del Messy Middle.
Quindi è arrivato il momento di tornare un po’ indietro nel tempo per riscoprire e far scoprire l’utilità della creatività. E lo faremo solo usando dei nostri esempi… ovvero farina del nostro sacco. Ma iniziamo appunto da un fatto imprescindibile: la nostra creatività non può essere che il frutto delle nostre esperienze personali e della nostra storia come Rebel.
Rebel… creativi di strada?
Come agenzia di comunicazione il nostro anno di nascita è stato il 2008. Anche se all’epoca avevamo un diverso nome, la maggior parte del team, che ancora oggi rappresenta il nucleo più importante, ha vissuto degli anni rivoluzionari dal punto di vista comunicativo.
C’è stata l’ascesa dei social media ed è anche cambiato il modo di fare politica, soprattutto grazie alla campagna presidenziale di Barack Obama. I social media come Facebook, Twitter e YouTube, sebbene già presenti, iniziarono a essere ripensati come strumenti sempre più strategici per la comunicazione. La loro accessibilità e velocità ha permesso una diffusione capillare di contenuti in tempo reale, rendendo la comunicazione più partecipativa, rompendo così il monopolio dei media tradizionali.
Le informazioni diventavano virali, e le agenzie creative (prima ancora dei brand, qualcuno deve pur dirlo!) capirono che i social non erano solo un’opzione, ma una necessità per raggiungere il pubblico in modo autentico e diretto. Questo fenomeno ha avuto un impatto ancora più forte nella comunicazione politica, dove Obama ha innovato profondamente il modo di relazionarsi con gli elettori, trasformando i social media in un vero strumento di campagna. La sua strategia ha integrato il coinvolgimento emotivo, la personalizzazione del messaggio e l’utilizzo di piattaforme digitali per mobilitare sostenitori, raccogliere fondi e diffondere idee.
Per la prima volta, le persone/utenti/consumatori sono diventati partecipanti attivi di una narrazione. Questo approccio ha cambiato per sempre il futuro della comunicazione rendendola interattiva, immediata e basata sulle connessioni umane.
La creatività come leva delle connessioni e della fiducia
“La logica ti porta da A a B. L’immaginazione ti porta ovunque.”
– Albert Einstein
La creatività è il cuore pulsante di ogni agenzia. Significa vedere ciò che gli altri non vedono, trovare soluzioni innovative e trasformare idee astratte in realtà concrete. Ed è per questo che non è solo arte, ma è una combinazione di strategia, intuizione e capacità di anticipare le tendenze.
Una grande lezione che ho imparato, lavorando tanti anni in un’agenzia creativa, è che malgrado con la creatività tu possa andare ovunque, la contestualizzazione è altrettanto importante. Non possiamo fare gli eroi, nel mio caso le eroine, della creatività se alla fine questa non porta a un risultato.
Sembra triste, vero? Eppure è uno dei primi processi di brainstorming che viene fatto per indirizzarsi sulla strada giusta, quella che vede la creatività al servizio della comunicazione di un’azienda e dell’obiettivo che questa vuole ottenere.
Chiedendo a chatgpt cosa fa un’agenzia creativa, mi ha risposto (il testo è stato rivisto):
“Nel panorama attuale, dove la comunicazione è fondamentale per il successo di un Brand, le agenzie creative sono specializzate nel dare forma alle idee, trasformandole in progetti di comunicazione che attirano, coinvolgono e lasciano il segno.”
Ma cosa significa esattamente?
Secondo noi, significa creare una connessione, utilizzando strumenti innovativi, con una scrittura/copywriting in grado di emozionare, ispirare o semplicemente di informare, tenendo però sempre presente chi c’è dall’altra parte.
Le agenzie creative traducono quindi l’identità del brand in racconti avvincenti e visivamente memorabili. Questo processo include lo sviluppo di campagne pubblicitarie, la gestione della comunicazione sui social media, la creazione di contenuti video, grafici e testuali, e l’elaborazione di concept capaci di distinguersi in un mercato sempre più affollato.
Con l’obiettivo principale: costruire una relazione, suscitando fiducia e interesse.
Che cosa fa un’agenzia di pubblicità o una agenzia di comunicazione rispetto all’agenzia creativa?
Diciamo la verità. Chi lavora in un’agenzia creativa, una delle domande che si sente spesso fare è “cosa fa un’agenzia di pubblicità” e “cosa fa un’agenzia di comunicazione”, ma soprattutto qual è la differenza? (in realtà questo non lo chiedono, chiedono invece se Firenze è collegata bene con Roma e Milano per seguire dei progetti).
Ma torniamo alla domanda iniziale, ovvero la differenza tra agenzia di pubblicità, di comunicazione e creativa. Nella pratica… quasi niente, molte realtà oggi combinano molti aspetti per offrire un servizio integrato e rispondere alle esigenze più diverse.
Ma se proprio dobbiamo trovare una distinzione allora possiamo dire che:
Agenzia di comunicazione si occupa della strategia complessiva di comunicazione di un’azienda, sia interna che esterna. Non si limita alla pubblicità ma include branding, relazioni pubbliche, crisis management, organizzazione eventi e molto altro. Lavora per definire il messaggio aziendale su tutti i canali, garantendo coerenza e un’identità forte. È il partner ideale per chi cerca una visione olistica della comunicazione.
Agenzia di pubblicità: è più focalizzata sulla promozione di prodotti o servizi attraverso campagne pubblicitarie. Lavora principalmente sui mezzi tradizionali (TV, radio, stampa) e digitali, creando annunci che catturano l’attenzione e generano conversioni.
Agenzia creativa: il suo punto di forza è l’ideazione e l’innovazione. Si dedica a progettare contenuti originali e visivamente accattivanti, traducendo idee in espressioni artistiche che veicolano il messaggio del brand. Si distingue per la capacità di pensare fuori dagli schemi, rendendo unici i progetti attraverso storytelling, design e linguaggi nuovi.
Serve questa distinzione? Per noi no, perché a vedere bene i nostri progetti tutto è incastrato uno nell’altro. Per questo motivo ne voglio raccontare due in particolare, dei più recenti.
Due modi per essere creativi senza smarrire l’obiettivo
“La creatività è il potere di connettere le cose apparentemente sconnesse.”
– William Plomer
La campagna “Il coraggio di essere piccoli” dell’Acquario di Livorno è un esempio perfetto di come la creatività possa trasformare un’idea semplice in un messaggio potente.
E per farlo non siamo andati molto lontano, ma abbiamo preso spunto da un’esperienza comune: l’essere definiti “piccoli” (in senso dispregiativo) durante l’infanzia, ribaltando questa prospettiva per valorizzare il contributo delle creature più “piccole” (appunto!) dell’ecosistema marino.
Come dice Plomer, la creatività ci aiuta a unire cose apparentemente sconnesse, come l’accettazione delle differenze e il rispetto per ciò che è piccolo a un contesto specifico, quello dell’acquario. Questa connessione non solo ha attirato l’attenzione del pubblico, ma è riuscita a trasmettere un messaggio educativo e inclusivo che va oltre la promozione dell’attrazione stessa. L’idea di “piccolo” è stata utilizzata per raccontare una storia che parla di diversità, resilienza e rispetto.
Questo esempio dimostra come la creatività sia anche strategia, in quanto lega il messaggio dell’Acquario al tema della salvaguardia ambientale e all’inclusione, rendendo il progetto non solo un’operazione di marketing, ma un’occasione per ispirare e insegnare.
È possibile essere creativi nella comunicazione interna aziendale?
Assolutamente sì, la creatività nella comunicazione interna aziendale è non solo possibile, ma anche fondamentale per costruire una cultura aziendale positiva, motivare i dipendenti e migliorare l’efficacia delle comunicazioni quotidiane. Essere creativi nella comunicazione interna significa trovare modi nuovi e coinvolgenti per trasmettere messaggi, idee e valori aziendali all’interno dell’organizzazione.
Ad esempio, invece di usare semplici comunicati ufficiali, le aziende possono optare per video creativi, newsletter divertenti, podcast o eventi tematici che stimolano la partecipazione e l’interazione tra i dipendenti.
Prendiamo la presentazione aziendale di Versya. L’uso del riferimento alla Guida galattica per autostoppisti, il romanzo di fantascienza scritto da Douglas Adams, per presentare l’azienda ai nuovi assunti è stata una scelta che ha permesso di unire l’aspetto ludico e coinvolgente con la comunicazione di messaggi aziendali importanti.
Questo approccio ci ha consentito di raccontare la storia, i valori, la mission e i dati fondamentali dell’azienda in modo originale, rendendo il processo di inserimento più stimolante e meno formale. La Guida galattica è un’opera che gioca con l’assurdo e l’umorismo, ma al tempo stesso indaga su temi universali come l’esplorazione, il cambiamento e la ricerca di significato, concetti che possono rispecchiare il percorso dell’azienda e il suo approccio innovativo e dinamico.
Il tema che unisce, in questo caso, è quello dell’avventura e della scoperta, proprio come il viaggio nello spazio nel libro, che rappresenta l’inizio di un percorso comune, coinvolgendo emotivamente i nuovi assunti e facendo leva sul divertimento e sull’interesse, ma anche stimolando la riflessione su come il loro ruolo si inserisce in un quadro più grande.
La creatività è fondamentale, ma per usarla con successo è necessario conoscere a fondo l’azienda e la sua cultura. Non basta ascoltare il management, è essenziale comprendere anche la popolazione aziendale nella sua interezza: le diverse personalità, le aspettative e i valori condivisi. Solo in questo modo la creatività può essere utilizzata per affrontare temi complessi, come la differenza di genere o altri temi sensibili, in modo che siano trattati con il giusto equilibrio tra serietà e leggerezza.
Ora vuoi chiamarci vero? Siamo sempre disponibili con nuove e bellissime idee. Ribelli, s’intende.